L’empatia, è la capacità di immedesimarsi nell’altro fino a coglierne vissuti, sensazioni e a sentire le stesse emozioni del nostro interlocutore.
E’ uno stato di natura biologica e fa parte del corredo genetico della specie che si traduce in una competenza emotiva grazie alla quale siamo in grado di sentire e vivere le cose cosi’ come le vive l’altro pur mantenendo una posizione di alterità che favorisce il nostro stare a fianco all’altro e spesso supportarlo psicologicamente senza perdere la percezione di noi e dell’altro nel rispecchiamento.
E’ uno stato quindi che si attiva spontaneamente quando il nostro cervello è stimolato dalle stesse emozioni riconosciute dal nostro sistema neuronale.
Si parla infatti di ‘neuroni a specchio’ scoperti da Giacomo Rizzolati i cui studi hanno messo in luce che l’empatia non nasce da uno sforzo concettuale ma che, invece, è parte del corredo genetico della persona.
Attraverso l’empatia siamo in grado di ‘entrare’ in comunicazione con l’altro attraverso un canale di metacomunicazione e cioè attraverso alcune modalità implicite quali l’espressione mimica, i suoni, gli sguardi ecc
Cosa succede al nostro cervello, qual’è il ruolo dei neuroni a specchio?
E’ stato dimostrato attraverso studi di neuroscienze che partecipare alle emozioni e sensazioni di altri individui attiva le stesse nostre aree cerebrali che di solito sono coinvolte per svolgere le stesse azioni del nostro interlocutore.
Si è anche osservato da alcuni studi condotti da Freedberg e Gallese che anche l’osservazione di un’opera d’arte sia in grado di attivare processi di ‘simulazione’ ad esempio motoria.
La nostra empatia è già attiva dai primi giorni di vita e prende forma proprio nel gioco di rispecchiamento tra il bambino e la mamma. A questo livello parliamo di empatia emotiva (Martin Hofmann) . Nel tempo con lo sviluppo cognitivo, si acquisisce una forma più evoluta di empatia che sostiene un livello motivazionale del soggetto, di aiuto e soccorso verso l’altro. Il sistema motivazionale alimenta senso di benessere che al contrario si trasforma in senso di colpa quando il soggetto evita di coinvolgersi nel sostegno e nella cura del suo interlocutore.
Alcuni soggetti e cioè coloro che soffrono di disturbi di personalità, caratterizzati da una alterazione delle relazioni con l’altro e una disregolazione emotiva , presentano, in parte perlomeno, un deficit del livello empatico come ad esempio nei disturbi di personalità narcisistici, borderline. e antisociali.
Per concludere potremmo evidenziare tre aspetti dell’empatia:
- la risposta affettiva alla condivisione di uno stato emotivo con il nostro interlocutore
- la capacità di osservare ed ‘entrare’ nella prospettiva altrui
- la capacità di percepire la distinzione tra sè e l’altro (alterità)