L’approccio clinico alla persona parte dall’osservazione, diretta ed indiretta, della persona, del “sistema” (famiglia/coppia) o del gruppo. Il livello di “scambio” viene condiviso sia nel campo della psicoterapia che in quello della consulenza.
La consulenza si ferma ad una lettura del “sistema” e si orienta verso la consapevolezza mentre la psicoterapia ha come obiettivo la cura di un “sintomo”/problema attraverso un metodo che può essere analitico, analitico transazionale, relazionale, sistemico, comportamentale o cognitivo. Se entrambe (consulenza e psicoterapia) partono da un approccio simile e da uno stile comunicativo di scambio condiviso poi però si estendono verso aree di sviluppo diverse.
La consulenza mira a mettere in luce quegli aspetti che si presentano “difettosi” nel singolo e nella relazione. L’obiettivo è mettere in grado il committente (cliente) di essere consapevole della necessità di “cambiare occhiali” per osservare la propria realtà mediante lenti diverse. “Un uomo…si ignora nella misura stessa in cui si conosce. Tutto ciò presuppone…lo sforzo che fa l’uomo per scoprire se stesso e per eliminare quanto c’è di troppo umano in ogni frase che dice sul suo conto” (Jean-Paul Sartre) E’ in questo senso che intendiamo “consulenza” che parte dall’ascolto dell’altro mediante le lenti proposte dal cliente e si traduce nell’osservazione dei dati diretti (apparenti /reali) e indiretti (mediante l’intervista) per riproporli poi al cliente con una chiave di lettura innovativa e a volte risolutiva. Le consulenze possono essere orientate al singolo, alla coppia quale unità a se stante, alla coppia genitoriale o alla famiglia intera. Parliamo di consulenza anche nei contesti sociali che sono correlati al benessere del singolo o della famiglia. In questo senso rientrano le consulenze scolastiche o simili.