Un processo vero e proprio, il perdono, che passa dalla rinuncia della vendetta, quale risposta al danno “vissuto”, per aprirsi poi verso un’accoglienza dell’altro in una nuova dimensione ed in nuovo spazio mentale.
Presuppone umiltà, riconoscimento dei limiti propri ed altrui e rinuncia alla disputa considerando la stessa come atto di difficoltà e debolezza che spesso viene da lontano, in alcuni casi da vecchi conflitti infantili familiari.
Se accettato il perdono si esprime attraverso un amore incondizionato, un atto di benevolenza, con la caratteristica di essere esente da ritorni di vissuti spiacevoli. Per perdonare dobbiamo riconoscere la possibilità di errori di giudizio quale un limite possibile nostro e dell’altro.